Malta alla Biennale di Venezia

18 Aprile 2019

MALTA, IL RIFUGIO DI ULISSE

Klitsa Antoniou, Trevor Borg e Vince Briffa rappresenteranno Malta alla Biennale Arte 2019 nella mostra Maleth/ Haven/ Port- Heterotopias of Evocation, curata dalla storica Dr Hesperia Iliadou- Suppiej.

 

Traendo ispirazione dall’Odissea, viene esplorato il confine tra realtà e immaginazione, reinterpretando la necessità umana di cercare un Rifugio/Porto, Maleth, parola fenica che evoca le origini di Malta, rappresentando una qualità sempre attuale chiara a tutti coloro che nel corso dei secoli hanno attraversato le acque del Mediterraneo.

Le opere coinvolgono il pubblico invitandolo a porsi interrogativi sull’idea di casa / (non-)casa e sui concetti di confine.

Albert Marshall, presidente esecutivo dell’Arts Council Malta, dichiara: “La mostra contemplerà la posizione unica di Malta, centro della cultura mediterranea dal punto di vista storico, mitico e contemporaneo, con opere di nuova commissione che si presentano come un viaggio di scoperta e autoriflessione. Prevista anche una serie di laboratori didattici, condotti dagli artisti e dalla curatrice, e un catalogo appositamente curato inteso a fungere da manuale simbolico che non si limita a fornire informazioni sul Padiglione, ma coinvolge il lettore invitandolo a completarne i contenuti”.

ATLANTROPA X, installazione multimediale di Klitsa Antoniou (Cipro), esplora un progetto tedesco degli anni ‘20, che propose di prosciugare parzialmente il Mediterraneo per formare un supercontinente. Qui l’artista volteggia tra i concetti passati e presenti di sopravvivenza, sfollamento e migrazioni. L’opera mira a costruire ponti concettuali e artistici nel Mediterraneo. La mostra includerà 250 m2 di alghe, proiezioni video e un sottofondo audio diffuso in tutto il padiglione.

CAVE OF DARKNESS – PORT OF NO RETURN, di Trevor Borg (Malta), propone una narrazione re-immaginata e stratificata di creature antiche e civiltà perdute, esplorando l’intrappolamento che si cela nel Rifugio. Attingendo liberamente da resti di animali e artefatti rinvenuti durante uno scavo in una grotta a Malta, l’opera cerca di inventare storie e fatti sfocando i confini tra realtà e immaginazione.

Nell’installazione, i resti di creature sconosciute e inusuali artefatti riemergono manifestando nuovi significati. L’artista invita ad un viaggio di sorpresa e autointerrogazione, navigando tra gli strati preistorici di Malta, sulle orme dei suoi primissimi abitanti trattando il concetto di sfollamento.

OUTLAND, di Vince Briffa (Malta), si focalizza sull’indecisione di un uomo che desidera ardentemente ripercorrere il proprio cammino verso il Rifugio definitivo, intrappolato tra la sicurezza di un’isola e il pericolo del ritorno alla propria patria. Ispirandosi alla storia di Calipso, l’opera delinea la dualità simbolica dell’amante, quale salvatore e oppressore.

In questa installazione multimediale, che integra video, suono, voce e acqua, Vince Briffa si relaziona all’Odissea per interpretare metaforicamente l’idea di “porto” come luogo di desiderio ardente e di fuga.

IMAGE CREDITS:

Group shot (L-R): Vince Briffa, Klitsa Antoniou, Trevor Borg  Photograph by Sebio Aquilina, 2018.

OUTLAND_Vince_Briffa_Venice_Biennale_05: Outland, 2019; Installation detail: video projections, audio, water. Actors: Paul Portelli, Sandra Mifsud; Stills photography by Jon Wrigley. ©Vince Briffa

 Trevor Borg Cave of Darkness 1 – no text: Trevor Borg, Cave of Darkness – Port of No Return, 2018 – 2019; Mixed-media installation; Photograph by Trevor Borg. © Trevor Borg

 

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